Connecting the dots – Alla scoperta degli ingegneri

Dopo l’avventura con Starbucks, rieccoci a raccontarvi di un evento nella metropoli torinese: Connecting the dots – Alla scoperta degli ingegneri.

Quest’anno, infatti, dal 7 al 10 novembre, il Politecnico di Torino con una serie di partnership ha organizzato per la prima volta il Festival della Tecnologia: una serie di conferenze, laboratori ed incontri in cui i protagonisti della ricerca esponevano ai torinesi le proprie conoscenze ed i progetti per il futuro.

In questo contesto, tra i tanti eventi interessanti, abbiamo scelto quello che conciliava diversi aspetti: il fatto che Carlo è un ex-allievo del Politecnico, la presenza dell’astronauta italiana per eccellenza, Samantha Cristoforetti, e la location delle OGR che ci incuriosiva molto non essendoci mai stati prima.

Ma andiamo per ordine: l’evento Connecting the dots è una convention rivolta in particolar modo agli ex-alunni del Politecnico che desideravano vedere come si era trasformata l’Università in cui avevano studiato per anni e in generale il mondo degli ingegneri. A Carlo è pervenuto l’invito via mail e ne abbiamo subito approfittato.

L’organizzazione è stata molto valida, la prenotazione era online con la possibilità di portare con sé altri ospiti. All’arrivo presso le OGR, effettivamente c’era molto pubblico, tra cui una serie di persone senza biglietto in lista di attesa.
Noi abbiamo ricevuto un simpatico gadget e ci siamo fiondati nelle prime file.

La location delle OGR di Torino è molto grande e la sala conferenze può ospitare oltre 1.000 persone. Si tratta della ristrutturazione completa delle officine che venivano impiegate per le riparazioni dei treni fino all’inizio degli anni ’90, mantenendone le strutture rinnovando però impianti e locali, per ospitare eventi, concerti, esposizioni, ristoranti e locali notturni.

L’evento si apre con l’introduzione di Felice Vai, il responsabile dell’associazione Ex-Alunni del Politecnico di Torino, che lancia i primi messaggi su quanto sia importante la professione degli ingegneri, che si rendono indispensabili e preziosi in qualsiasi settore e si chiude con un caldo invito a rimanere uniti nell’associazione.

La parola passa quindi al rettore del Politecnico, Guido Saracco. Il suo intervento è molto più orientato al ruolo sociale e professionale dell’ingegnere ed a quanto sia difficoltoso mantenere in università un adeguato livello di specializzazione rispetto al mondo del lavoro.

Sollecita in più occasioni la necessità di collaborare con le aziende perché i giovani ma anche i docenti possano essere coinvolti in problematiche reali e riescano a trovare costantemente i metodi per affrontarli.
Infine, sottolinea che il Politecnico di Torino è molto impegnato nella crescita, e questo evento è uno dei primi a grande respiro, per raggiungere il livello delle altre università europee.

Dopo gli interventi più formali, è il momento di un ingegnere decisamente singolare: Walter Rolfo, l’ingegnere mago! La sua esibizione è molto lunga, oltre 1 ora, in cui ci espone tante ragioni per cui l’ingegnere non deve soltanto affidarsi alla tecnologia e alle macchine, ma sfruttare l’ingegno per rendere possibile l’impossibile.

Ad esempio, ci racconta che durante la seconda guerra mondiale, Jasper Maskelyne fu ingaggiato da Churchill per le sue doti di illusionista e prestigiatore e fu determinante in alcune occasioni, tra cui quella di far “sparire” il porto di Alessandria d’Egitto durante i bombardamenti notturni.
Il mago con la sua magic gang ricostruì a qualche decina di chilometri un porto rudimentale che fu sistematicamente ma inutilmente bombardato di notte dalle forze aeree tedesche.

Walter Rolfo e Jasper Maskelyne

In molti altri casi, la magia può essere determinante e la differenza tra abilità e conoscenza è davvero sottile. Esegue anche una prova molto interessante, indovinando un numero che una spettatrice pensa dalla platea, dimostrando con tante combinazioni di averlo previsto esattamente.
L’intervento prosegue molto piacevolmente e solo in qualche caso un po’ romanzato, sulla falsariga che la determinazione personale farà si che i sogni che davvero si desiderano possono essere realizzati.

Un po’ in ritardo, arriva finalmente il momento di Samantha Cristoforetti. L’esordio è decisamente informale, raccontandoci alcune curiosità durante le varie esperienze spaziali, partendo dalla sua prima infanzia, in Trentino. Supportata da una serie di slide, ci racconta che molti dei prototipi sviluppati sono stati realizzati in collaborazione con l’Alenia Aerospazio di Torino.

Samantha Cristoforetti

La presentazione si sposta sulla spedizione di 200 giorni nello spazio, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, come prima donna italiana nello spazio. Entusiasta delle sue esperienze ci ha raccontato anche dei prossimi progetti tra cui spicca la ricerca di vita su Marte con attrezzature in grado di trivellare il suolo.
Ci comunica infine che gli ultimi bandi per entrare nell’Agenzia Spaziale Europea risalgono al 2010 e non si conosce bene quando ci saranno nuove opportunità.

La presentazione di Samantha Cristoforetti

Durante l’intervento di Samantha Cristoforetti, è intervenuto anche il fumettista e animatore Joshua Held creando divertentissime vignette a seconda dell’argomento trattato.

Una vignetta di Joshua Held

L’evento Connecting the dots termina con le rituali conclusioni, ma la triste sorpresa è che l’aperitivo riportato nella locandina dell’evento era soltanto un’illusione.
Non c’è traccia, né agli open bar nella sala conferenza, né in cortile o negli altri locali delle OGR. Peccato perché sarebbe stata un’ottima occasione per rompere l’appetito e fare networking con altri ingegneri, magari ex-compagni di corso!

Ne approfittiamo per fare un giro all’interno delle OGR, che al piano soppalcato ospita una piccola esposizione e mostra come si sono evolute negli anni, insieme al quartiere S. Paolo in cui si trovano: da una zona poco abitata, operaia e disagiata per diventare il quartier generale dell’innovazione torinese.

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